Vogliamo parlare del film Ad Astra per la regia  di James Gray, in uscita nelle sale in questi giorni.   Il protagonista è Brad Pitt.

Il nostro sguardo , in questo caso, è uno sguardo “stellare” nella lettura del film ; sappiamo , infatti, come l’astrologia sia una valida chiave interpretativa delle vicende umane e dei moti dell’Anima…quindi, avviciniamoci con quest’approccio al film che , pur se ambientato prevalentemente nei bui mondi stellari dell’universo in cui la vita si trascorre da un’astronave all’altra, tuttavia o forse proprio per questa ragione , ci parla della profonda solitudine ( potremmo dire “cosmica” ) dell’Uomo .

Beninteso ciò ha il solo senso di vedere il film con lo sguardo astrologico e non ha dunque velleità di alcuna critica cinematografica.

La storia è quella del Maggiore Roy Mc. Bride – Brad Pitt, ingegnere spaziale che decide di attraversare il sistema solare alla ricerca del padre, anche lui astronauta , che è scomparso da 20 anni per realizzare la sua missione di ricerca di “intelligenze aliene”sul pianeta Nettuno. Per inseguire questo sogno ha abbandonato moglie e figlio Roy. Già a questo primo sguardo potremmo ritenere di avere a che fare con l’opposizione del Sole – inteso sia nel suo significato di padre che di coscienza di sè e individualizzazione: in quest’ultimo caso sono attributi del figlio Roy- con Nettuno , il pianeta che esprime il bisogno di trascendenza, di superamento dei confini, la connessione cosmica, ma anche la possibilità di perdersi…qui la follia e la perdita del senso della realtà sono stati dell’essere possibili. Nel film, infatti, quando il figlio trova finalmente il padre su Nettuno, questi è oramai rimasto completamente solo, in balia del suo sogno delirante di trovare intelligenze altre, in uno stato mentale che, come è comprensibile, è definitivamente su altri piani.

L’opposizione Sole -Nettuno rappresenta molto spesso la figura paterna  “mancante”, assente perchè il figlio è orfano oppure perchè il padre è inconsistente, forse instabile o legato a qualche dipendenza . Ci sembra che nel film il padre Clifford Mc. Bride, considerato un eroe delle missioni spaziali,  nell’inseguire i suoi sogni non solo abbia scelto deliberatamente di abbandonare la famiglia, ma anche abbia “sposato” in qualche modo la causa pioneristica, restandone del tutto legato, cioè dipendente da essa.

Il Sole dal punto di vista, invece, del figlio può rappresentare la sua ricerca dell’identità individuale, separata dal retaggio dell’influenza paterna ( Nettuno che offusca l’idea di sè…).

E’ interessante osservare il fatto che Brad Pitt non solo è il protagonista del film, ma ne è anche uno dei produttori. Pitt è Sagittario e come tale sappiamo che ama l’idea dell’ampliamento degli orizzonti  reali e immaginari, del viaggio pioneristico alla conquista di nuove terre; Sagittario è anche la fiducia che il domani  comunque arriverà sempre con nuove strade da seguire, Sagittario è il “viaggio interiore ” sotto l’egida di Giove, governatore del Segno, che ispira l’uomo ad ascoltare la propria voce interiore e a seguirla…Tutto ciò, lo vediamo nella personalità tanto dell’uomo Pitt quanto del ruolo nel film.

Allo stesso tempo, però, Roy Mc.Bride è tormentato dai suoi demoni interiori che lo portano a scegliere di essere “distaccato ” e freddo emotivamente parlando, è “programmato” per raggiungere i risultati attesi delle sue missioni  con rigido  self-control : peccato che il prezzo da pagare in questo caso è dato dall’impossibilità di avere relazioni affettive significative poichè le priorità sono altre, come dice il personaggio stesso. Dunque, la solitudine individuale e cosmica, in un certo senso , come le sequenze del film sottolineano e rimandano di continuo quasi gettando lo spettatore in una dimensione claustrofobica e senza uscita.

Questi aspetti del personaggio possono essere ricondotti a Saturno e a Urano, pianeti che nel linguaggio simbolico-archetipale ci rimandano al senso della privazione ( del padre ), al senso di colpa e alla paura ( Mc. Bride sembra non avere alcuna paura, ma forse proprio l’atteggiamento è un modo per esorcizzare la profonda paura di affrontare se stesso ?) ; Saturno allo stesso tempo esprime la capacità di autodisciplinarsi , di determinazione a raggiungere una meta, costi quel che costi…Urano qui è il pioniere, è l’eroe prometeico che scopre nuovi orizzonti per l’umanità. Il concetto di eroe inoltre tanto esprime l’idea del “viaggio dell’eroe” che conquista la propria individuale e unica identità , quanto l’idea della necessità dell’”anti-eroe” : allora ci sembra che qui il rapporto padre-figlio ben caratterizzi tale dialettica, superata la quale il protagonista troverà una nuova dimensione personale.

La narrazione filmica ci dice come Roy,” pieno di rabbia , che è la stessa rabbia che aveva mio padre, ma che nel mio caso non so identificare”: qui troviamo Marte . Per raggiungere il padre su Nettuno dovrà andare prima sulla Luna, dove è previsto il decollo alla volta del pianeta azzurro, sul “lato oscuro della Luna”.

La Luna è il mondo delle emozioni, è l’infanzia con i suoi ricordi, è la madre protettiva, è la casa nel senso più ampio : andare sul lato oscuro della Luna ricorda forse la necessità di affrontare i propri demoni interiori prima di  metterci in cammino verso nuove Stelle. Giunto poi su Marte, la vicenda lo porta a diventare consapevole della rabbia per l’abbandono e , riuscendo a buttarla fuori, potrà in seguito trasformarla in energia propulsiva per il viaggio ( anche interiore ).

Il ritrovamento su Nettuno del padre ci descrive il bisogno umano di  completare le esperienze, di chiudere il cerchio per ripartire su un altro piano, più alto e sottile…per ovvie ragioni, non diremo nello specifico come il film si conclude,ma vogliamo terminare con questa riflessione tornando anche noi all’inizio dell’articolo nel titolo.

“Ad Astra” , verso le Stelle ci insegna che ogni essere umano racchiude dentro di sè il  Cielo e tutto l’Universo ( o multiversi ? ); è proprio nel viaggio per attraversarli che scopriamo la nostra essenza e il nostro destino.